La disfida di Barletta

Si era nell’anno 1503 d.c. Il giorno era quello del 13 febbraio 1503 .

Il luogo Barletta.

Qui nella piana delimitata dalle località di Andria e Corato , quel giorno, si svolse una leggendaria giostra di cavalieri:

Tredici cavalieri Italiani e tredici cavalieri Francesi 50

Il pretesto furono alcune parole d’oltraggio verso il valore italiano pronunciate da Charles de la Motte, durante un banchetto indetto da Consalvo da Cordova (15 gennaio 1503) in una cantina locale (oggi chiamata cantina della sfida).mfront_cantina_sfida

Durante l’incontro, La Motte contestò il valore dei combattenti Italiani , accusandoli di codardia.

Lo spagnolo Inigo Lopez de Ayala difese invece con forza gli italiani, affermando che i soldati che ebbe sotto il suo comando potevano essere comparati ai francesi in quanto a valore.

Si decise così di risolvere la disputa con un duello:574_001

La Motte chiese che si sfidassero tredici (in origine erano dieci) cavalieri per parte il 13 febbraio nella piana tra Andria e Corato.

Il duello venne programmato nei minimi dettagli: cavalli ed armi degli sconfitti sarebbero stati concessi ai vincitori come premio, il riscatto di ogni sconfitto fu posto a cento ducati e furono nominati quattro giudici e due ostaggi per parte.

Prospero Colonna e Fabrizio Colonna, si occuparono di costruire la “squadra” italiana, contattando i più forti combattendi del tempo. Capitano dei tredici cavalieri italiani sarebbe stato Ettore Fieramosca , che si occupò dello scambio di missive con la controparte francese, Guy la Mottedisfida-fotografico2001

La disfida si concluse con la vittoria degli Italiani.

Una volta terminata la sfida, i francesi furono fatti prigionieri, anche perché, convinti della loro vittoria, non si erano portati con se i soldi che era previsto dovessero pagare i perdenti.

Dovettero quindi sopportare l’umiliazione del corteo trionfale nella città di Barletta, dove furono denigrati e derisi dalla popolazione, circondati dai fuochi della città in festa. Alcuni sacerdoti portarono in processione una icona della Madonna

dell’Assunta, da allora ribattezzata Madonna della Sfida e ancora oggi conservata nella cattedrale di Barletta.

I cavalieri italiani dopo aver avuto ,in cattedrale le onorificenze cavalleresche dalle alte cariche cittadine, oltre ad alcuni possedimenti, per aver portato onore alla città, si diressero verso il mare di folla festante.disfida_palumbieri_(4)

La disfida era conclusa

La sua importanza storica deve ovviamente andare al di là del puro fatto cavalleresco, dovendosi mettere in luce piuttosto una delle prime occasioni in cui un sentimento d’unità nazionale, di popolo, vide la luce.

Se pure vi furono,a decine, altri sanguinosi scontri tra francesi e spagnoli ed altrettanti trattati di spartizione del territorio italiano, stava nascendo, inesorabilmente , l’idea di un paese, l’Italia., unito.

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Di seguito, i tredici partecipanti, i quattro giudici e i due ostaggi che presero parte alla disfida

Scudo italiano
Italiani
Cavalieri Scudo francese
Francesi
Ettore Fieramosca Charles de Torgues
Francesco Salamone Marc de Frigne
Marco Corollario Girout de Forses
Riccio da Parma Claude Grajan d’Aste
Guglielmo Albimonte Martellin de Lambris
Mariano Abignente Pierre de Liaye
Giovanni Capoccio Jacques de la Fontaine
Giovanni Brancaleone Eliot de Baraut
Lodovico Abenavoli Del Franco Jean de Landes
Ettore Giovenale Sacet de Sacet
Fanfulla da Lodi François de Pise
Romanello da Forlì Jacques de Guignes
Ettore de’ Pazzis o Miale da Troia Naute de la Fraise
Giudici di Campo
Francesco Zurolo (o Zurlo) Lionnet Du Breuil[12]
Diego Vela Monsieur de Murtibrach
Francesco Spinola Monsieur de Bruet
Alonzo Lopez Etum Sutte
Ostaggi
Angelo Galeotta Monsieur de Musnai
Albernuccio Valga Monsieur de Dumoble

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