Apparecchio labiolinguale ad azione elastica CROZAT
L’apparecchio conosciuto col nome di Crozat è un apparecchio mobile costruito in filo di acciaio adeguatamente modellato e di spessore definito. Le sue parti sono solidarizzate tramite brasatura con una lega ternaria ad alto contenuto di argento.
E’ un valido aiuto per le terapie ortognatodontiche: può espandere, contrarre, inclinare, mesializzare , distalizzare, stabilizzare, essere usato in contemporanea con altre apparecchiature, effettuare trazioni di I, II,III classe, portare ausiliari atti a risolvere problemi funzionali.
Per le sue dimensioni ridotte è facilmente tollerato dal paziente, al quale è consentito, perché rimovibile, una buona igiene orale. Dal punto di vista estetico riduce al minimo i problemi, soprattutto per gli adulti.
Agli inizi del 900 Victor Ugo Jackson scrive un libro
“ Ortodonzia ed Ortopedia facciale” dove riprende il lavoro di WalKer e presenta la sua versione realizzata con fili fatti con lega di rame, zinco, nichel ,saldati con stagno.
Un po’ di Storia
L’invenzione dell’apparecchio labiolinguale ad azione elastica si deve all’idea geniale di Ernest Walker , che già nella metà del 1800 utilizzava per espandere e per correggere alcune malposizioni dentali.
Nel 1919 George B.Crozat, seguendo gli insegnamenti di Jackson ,inizia a perfezionare l’apparecchiatura lavorando sulle ritenzioni ed i materiali. La costruzione prevedeva filo in acciaio armonico per corde di pianoforte leghe auree platinate e saldame.
Purtroppo questi materiali rendevano questo mezzo terapeutico altamente costoso, fragile e di difficile realizzazione e controllo.
Nel 1960 la svolta grazie ad un tecnico ortodontista di Lucca ,Fiorino Pagani, che dopo un periodo trascorso negli Stati Uniti per apprendere la tecnica, iniziò lunghi test sui materiali per poter trovare una lega che riunisse le caratteristiche di buona malleabilità, facilità di modellazione dei componenti, ottima elasticità, resistenza ai carichi di rottura, biocompatibilità e basso costo.
Tutte queste problematiche furono risolte con la realizzazione della lega in nichel-cromo-cobalto conosciuto dagli operatori come filo per Crozat.
Tratto da Bollettino Leone 1995- Odt. Filippo Francolini