CLASSIFICAZIONE DELLE PLACCHE BITE
La storia delle “placche bite” si intreccia con quella più vasta del settore odontoiatrico-odontotecnico-ortodontico.
Il primo “bite” è quasi certamente quello realizzato dal Prof. Hawley nel 1919 dove propose una placca con rialzo anteriore consigliandola come approccio terapeutico per ortodonzia, protesi e parodontologia.
Il primo apparecchio con piano inclinato ( placca di riposizionamento) si deve a Hunter nel 1971.
Le varie modifiche che ogni autore ha apportato alla placca di Hawley hanno ispirato decine di apparecchiature rimovibili per la terapia ortognatodontica, determinando la notevole difficoltà di scelta per coloro che si applicano a questo specifico settore.
I più importanti autori sono :
- Hawley ( bite Plane)
- Gelb (Placca di Gelb)
- Jankelson ( ortotico)
- Farrar ( Placca di riposizionamento)
- Sved ( placca di Sved)
- Federici (Placca di svicolo Federici)
- Ramfiord e Ash ( Placca di Michigan)
- Spinas ( Dinamic Bite)
I bite vengono realizzati su pazienti in fase di crescita oppure a termine di sviluppo per risolvere problemi clinici , quali presidi diagnostici per la ricerca di relazione mandibolo-cranica in pazienti disfunzionali, per deprogrammare e decondizionare le strutture arto-miofasciali in poratori di protesi totali .
Nella classificazione delle patologie dei disturbi cranio-mandibolari e muscolatura masticatoria i bite possono essere prescritti per :
- Disfunzioni artro-mio-fasciali
- Mancanza di elementi dentali
- Alterazioni di rapporti mascellari tipo deep bite
- Problemi di natura ortodontica di II o III classe scheletrica e/o dentale
- Controllo del dolore
- Controllo del Bruxismo
- Decondizionamento occlusale, diagnosi differenziale
- Problematiche intercapsulari (alterazioni morfologiche tempro-mandibolari
- Controllo ed ausilio parodontale
- Guida alla coronoplastica o molaggio selettivo
- Svincolo occlusale per la centrica in protesi totali
- Tutori notturni in pazienti bruxisti-serratori
- Protezioni notturne in pazienti con grosse ricostruzioni protesiche
- Protezioni per lo sport in atleti con squilibri posturali
Le modificazioni occlusali indotte dalla terapia con bite hanno l’enorme pregio di essere totalmente reversibili;
in letteratura non sono riportate, al termine del trattamento di durata compresa fra i due e i sei mesi, alterazioni di rilievo a carico dei denti e dell’ATM.
Questa caratteristica è d’indubbia utilità anche ai fini diagnostici, in quanto consente di mettere in atto più schemi terapeutici in rapida successione , poiché l’occlusione abituale del paziente si ripristina automaticamente con la disinserzione del bite.
La scelta del tipo di terapia definitiva verrà condizionata dall’entità della discrepanza fra le arcate.
V.M.
Bibliografia :
-Filippo Francolini -Sillabus: I bite in ambito odontoiatrico -2003 - Enrico Spinas – Odontoiatria e sport – edi -ermes 2009
V.M.